Mobilità elettrica e guida autonoma: dinosauri nella comfort zone
Una patologia cronica affligge una generazione di industriali, politici e analisti rispetto alla mobilità elettrica: l’incapacità di uscire dalla propria comfort zone mentale per guardare con realismo al presente e al futuro.

Germania, auto indietro di 23 anni: produzione ai minimi dal 1996
Auto elettriche e guida autonoma: “Ai consumatori non interessano”
Il car pooling JoJob, ha tagliato 200mila auto di pendolari in un anno
Queste 3 notizie hanno un denominatore comune: i dinosauri.
Immagino la perplessità negli occhi di chi legge queste righe ma con un po’ di pazienza arriverò a chiarire l’arcano.
Tentativi disperati di rallentare il cambiamento (o la propria agonia…)
Di recente, qui in Veneto, è ricomparsa con frequenza inedita la nebbia, in un paio di occasione pure molto fitta, come non la si vedeva da tempo. Ecco, l’establishment dell’automotive “convenzionale” cerca (con risultati discutibili) di diffondere un tipo di fenomeno simile, non metereologico bensì mediatico, alla disperata ricerca, ritengo, di rallentare l’agonia del proprio comparto industriale. Probabilmente sono prevenuto ma ritengo che il “Deep State” delle case automobilistiche storiche sia impegnato a “pompare” qualsiasi notizia, inchiesta o sondaggio tendente a screditare o, quantomeno, a ridimensionare la prospettiva rivoluzionaria (e la percezione positiva) della mobilità elettrica in generale e dei veicoli a guida autonoma in particolare. Certo, alcune criticità sono reali ma si tratta di problemi tecnici che per loro natura sono fatti per essere risolti. E si risolveranno.

Nulla potrà fermare la domanda di convenienza e comodità da parte delle persone
La diffusione dell’inchiesta di Deloitte sul mercato americano (“Auto elettriche e guida autonoma: “Ai consumatori non interessano”), uno dei tanti esempi di contro-informazione reazionaria, a mio avviso rientra in questa tattica di guerriglia mediatica e culturale, tattica di corto respiro a mio avviso perché nulla potrà fermare la convenienza del consumatore/utilizzatore. Parlo di convenienza in senso lato, intendendo sia i vantaggi sistemici sia i vantaggi personali in termini di risparmio economico, ottimizzazione logistica e qualità della vita. Riguardo a quest’ultimo aspetto, complici la crisi economica e lo stress da pendolarismo, sono significativi i numeri registrati da JoJob: riuscite a immaginare l’impatto di un servizio di car sharing di nuova generazione, on demand e pay-per-use basato su un parco veicoli elettrici a guida autonoma? Pronti via sparisce il concetto di proprietà del veicolo e oneri/servizi collegati, se non è rivoluzione questa! Una rivoluzione di grado esponenzialmente maggiore rispetto alla “semplice” novità della propulsione elettrica applicata al concetto “classico” di mobilità su 4 ruote.

Hanno tagliato il ramo su cui stanno seduti
In parallelo, la produzione automobilistica tedesca nel 2019 ha compiuto un balzo all’indietro di decenni tornando ai livelli del 1996, in termini numerici. Gli osservatori più attenti di dinamiche macro-economiche non sono certo rimasti sorpresi. Il calo in questione, determinato dalla flessione delle esportazioni, rivela il vulnus chiave di un sistema ferocemente mercantilista come quello tedesco ovvero quando “da fuori” (per varie ragioni) non comprano più i tuoi prodotti sei fregato e se il tuo prodotto trainante è l’automobile (e su di essa hai fondato l’architettura del tuo sistema economico-industriale) sei fregato due volte. Infatti, quel settore trascina tutto il resto verso il basso (vedasi il calo dell’intera produzione industriale tedesca). Un sistema così strutturato necessita di decenni per essere riconvertito “a qualcos’altro” e nessuno sembra essersene preoccupato per tempo.
Siamo all’inizio della fine di un’era.
Entro il 2025 si venderanno solo auto elettriche. Entro il 2030 la mobilità sarà solo un servizio. Il mercato dell’auto crollerà del 70% trascinando sotto con sé tutto l’indotto. È un processo inarrestabile non dovuto a ragioni politiche/ambientali ma a ragioni puramente economiche e di dinamiche di mercato.
Di certo a qualcuno dalle parti di Berlino (e non solo…) tremeranno i polsi guardando al futuro, ammesso che abbia la lucidità per rendersi conto dello scenario apocalittico che si prepara.

Siamo arrivati alla soluzione dell’enigma iniziale: le case automobilistiche, il relativo indotto, politici, commentatori, addetti ai lavori e tutti coloro che rimangono aggrappati a un modello commerciale/industriale destinato a scomparire mi ricordano moltissimo un folto gruppo di T-Rex maledettamente miopi che col naso all’insù osservano il fatale meteorite solcare il cielo esclamando: “Oh, guarda! Una stella cadente!”.
