“Elettrica, solare, a idrogeno, ad aria compressa, magnetica. Motori alimentati dal sole e dal vento, spinti da batteri diligenti per batterie biologiche o da alghe marine. Mezzi costruiti con carrozzerie biodegradabili al cioccolato, di bambù, di canapa. Che volano, navigano, percorrono quattrocento chilometri con un litro. In rete, magari che si guidano da sole, inibite al contatto con altri mezzi.”
Delirio da onnipotenza tecnologica o forse un modo per non cambiare nulla?
Ho estrapolato questa porzione di articolo del Sole 24 per portare alla vostra attenzione un tema a me caro, la poca sensibilità economica di chi affronta la progettazione delle future auto elettriche. Si perché chi si dedica a questo tema spesso dimentica che questi veicoli sono rivolti ad un mercato fatto di gente comune che necessita di mezzi a impatto ambientale zero ma anche accessibili a livello di prezzo.
Se così non sarà tutte queste interessanti ricerche tecnologiche resteranno solo dei sogni nel cassetto e lasceranno ancora spazio alle solite vetture ghiotte di petrolio! Che forse è proprio quello che i colossi dell’oro nero vogliono!
Personalmente sto affrontando questo tema cercando di utilizzare il mio IVT per sviluppare un propulsore per auto elettriche ed ibride. L’utilizzo del mio IVT consentirebbe l’impiego di un motore convenzionale molto
economico che non richiede particolari inverter di azionamento e nessun sistema di raffreddamento.
Gli ostacoli tecnici da superare per il compimento di questo progetto sono notevoli ma l’ostacolo primario da superare è purtroppo di carattere “umano”.